Che cosa abbiamo imparato dai videogiochi sui virus? Alcune “regole d’oro” per gestire una pandemia al meglio.
Videogames e virus, un binomio che, da ormai tantissimi anni, appassiona virtualmente moltissime persone, soprattutto tra i giovanissimi. Si è spesso parlato del fattore educativo dei videogiochi, online e non solo e, per certi versi, alcuni hanno assolto la loro funzione.
Taluni, infatti, ci hanno insegnato a cogliere segnali, anche minimi, per capire quando si tratta, o meno, di una pandemia davvero grave e, soprattutto, come uscirne sani e salvi.
Ecco alcune “regole d’oro” che possiamo trarre da alcuni videogiochi molto famosi. In questo periodo in cui la psicosi da coronavirus divampa, è meglio arrivare preparati.
Virus e videogames: i segnali che hai appreso giocando
La prima “regola” che i videogiochi ci hanno insegnato è il fatto che, qualunque sia l’epidemia, l’inizio avviene sempre nello stesso modo: il Paziente Zero muore ed il medico, giunto sul posto per curarlo, viene contagiato. Il tutto viene poi scoperto dal giornalista d’assalto di turno che sparge la voce e crea il panico generale. In tal senso, il paragone con le fake news sul coronavirus che sono circolate in questo periodo è palese.
La seconda cosa che abbiamo imparato dai videogiochi sui virus è che il batterio si diffonde molto, molto velocemente, ma non per tutti. C’è sempre, infatti, una persona, o una categoria di umani, che ne rimane incredibilmente immune.
La terza regola che vale per tutte le epidemie “virtuali” è il fatto che le medicine tradizionali non funzionano: per proteggersi è necessario che gli scienziati di turno creino una nuova pozione, quella pillola innovativa in grado di sconfiggere il batterio e ristabilire la pace dalla psicosi generale. Altro che mascherine!
L’ultima regola, ma non per questo meno importante, è altrettanto inquietante: non esiste un vero e proprio luogo sicuro. In qualunque posto ti trovi, sul cucuzzolo di una montagna o nelle profondità degli abissi, lui ti troverà . L’unica cosa da fare è non abbassare mai la guardia: il nemico ti osserva.